La liturgia nel Tempo di Quaresima

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Canti per la liturgia - Tempo di preghiera

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Altro tempo forte è la Quaresima. Questo tempo liturgico vuole preparare i fedeli alla Pasqua, che è il cuore di tutto l’anno liturgico e la sintesi di tutti i misteri di salvezza.

È il periodo di Quaranta giorni, con inizio il Mercoledì delle Ceneri, che prepara alla Pasqua. Ricorda i quaranta giorni del Diluvio, i quarant’anni di peregrinazione del popolo Ebreo nel deserto, i quaranta giorni di cammino di Elia verso il monte di Dio, il Sinai e sopratutto i quaranta giorni di preghiera, di penitenza e di digiuno di Gesù nel deserto. Ma è anche il periodo che, più in generale, ci fa meditare sulle grandi figure e tappe della storia della salvezza: Adamo, Noè, sopratutto Abramo, poi Mosè, fino alle promesse profetiche di una nuova risurrezione, d’un nuovo esodo, di una nuova alleanza, che trovano compimento nella Pasqua di Cristo, che trasforma il cristiano.

Storicamente la Quaresima nasce nel IV e  V secolo, e si sviluppa come un tempo di preparazione dei penitenti alla riconciliazione solenne del Giovedì Santo, dei catecumeni al Battesimo, da ricevere nella Veglia Pasquale, di tutto il popolo cristiano ad una preparazione più intensa alla Pasqua, con digiuni e preghiere.

I temi penitenziale e battesimale hanno particolare rilievo, nella liturgia quaresimale.

La Costituzione conciliare sulla liturgia, Sacrosanctum Concilium, al n. 109 afferma circa la Quaresima:

Il duplice carattere del tempo quaresimale che, soprattutto mediante il ricordo o la preparazione del battesimo e mediante la penitenza, dispone i fedeli alla celebrazione del mistero pasquale con l’ascolto più frequente della parola di Dio e con più intensa preghiera, sia posto in maggiore evidenza tanto nella liturgia quanto nella catechesi liturgica. Perciò:

a) si utilizzino più abbondantemente gli elementi battesimali propri della liturgia quaresimale e, se opportuno, se ne riprendano alcuni dalla tradizione antica;

b) lo stesso si dica degli elementi penitenziali. Quanto alla catechesi poi si imprima nell’animo dei fedeli , insieme con le conseguenze sociali del peccato, quell’aspetto proprio della penitenza che detesta il peccato in quanto è offesa a Dio; né si dimentichi la parte della chiesa nell’azione penitenziale e si solleciti la preghiera per i peccatori.

A tale dettato conciliare si è ispirato il rinnovamento del lezionario e del messale in riferimento alle celebrazioni quaresimali. Fedele a questo indirizzo, la riforma ha ridato alla quaresima prima di tutto il suo orientamento pasquale-battesimale; ne ha fissato il tempo con decorrenza dal Mercoledì delle ceneri fino alla messa “in Coena Domini” esclusa; per conservare l’unità interna ha ridotto il tempo della passione: solo la VI Domenica, la quale dà inizio alla settimana santa, viene chiamata “Domenica delle palme”, “de passione Domini”. In tal senso la settimana santa conclude la quaresima ed ha come scopo la venerazione della passione di Cristo a partire dal suo ingresso messianico a Gerusalemme.

Oltre alla ricchezza dei testi eucologici (colletta, orazione sulle offerte, prefazio, orazione dopo la comunione), nei formulari quaresimali riformati abbiamo una abbondanza di testi biblici. La celebrazione liturgica quaresimale, anche sotto il punto di vista tematico, pone l’accento principale sulla Domenica. Nelle cinque Domeniche precedenti la Domenica delle Palme, il lezionario offre la possibilità di tre itinerari diversi e insieme complementari.

Il nostro canto può aiutare a vivere la Quaresima in modo più intenso.

Nel periodo quaresimale si deve considerare il valore dell’austerità, del silenzio contemplativo e penitenziale.

All’inizio delle celebrazioni possiamo utilizzare un canto che ci introduca nel significato del nostro camminare verso la Pasqua. Si propone lo stesso durante le cinque domeniche perché lo si canti bene e senza dipendere dai canzonieri.

Si potrebbe iniziare solennemente la Quaresima (Mercoledì delle Ceneri o Prima Domenica di Quaresima) con il canto delle Litanie dei Santi che manifesta la loro intercessione e il valore eterno che ha la Quaresima per la nostra vita personale e comunitaria. Questo come un anticipo della Vigilia Pasquale dove torneremo a cantarle per rinnovare le nostre promesse battesimali (Suggerimento n° 23 della Congregazione per il Culto Divino nella Lettera del 16 gennaio 1988).

La Croce è un segno centrale di questo tempo che si potrebbe evidenziare nella processione d’entrata. Così anche i canti che durante l’adorazione della Croce fanno riferimento al mistero della Redenzione, al trionfo del Crocifisso, alla forza dell’amore che vince la morte e il peccato, e al nostro seguire sinceramente e fedelmente il cammino che la Croce ci apre.

L’atto penitenziale dovrà essere specialmente evidenziato, soprattutto con il silenzio prolungato e con un canto penitenziale che sia appropriato.

I salmi hanno un’importanza enorme al momento di contemplare e rispondere alla prima lettura.

L’acclamazione dell’Alleluia si sopprime durante il tempo di Quaresima, lo stesso per il Gloria.
Al posto dell’Alleluia si può cantare un’acclamazione adeguata che ci prepari per ascoltare il Vangelo.

Rispetto all’acclamazione che si canta dopo il Vangelo, potremmo sceglierne una nuova durante tutto questo tempo (incluso fino a Pentecoste) aiutati dal testo.

Il canto finale si potrebbe sopprimere e lasciare che l’Assemblea si ritiri in silenzio.

Come elemento secondario in qualche celebrazione si propongono canti di meditazione dopo l’omelia e dopo la Comunione.

Anche il canto della presentazione dei doni può essere un canto quaresimale anche se il suo testo non parla esplicitamente del pane e del vino.

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Tempo di preghiera

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