XXXIII Domenica T.O – Anno C

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LETTURE: Ml 3, 19-20; Sal 97; 2 Ts 3, 7-12; Lc 21, 5-19

Indicazioni Liturgiche

La Liturgia di questa Domenica evoca l’ultima venuta del Signore, che è al centro della professione di fede: «E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine». Ricorre il pensiero del “giudizio”, cosa che a molti cristiani incute un sentimento di paura. La venuta di Gesù, tuttavia, non può mai essere momento di paura, ma di gioia, poiché è sempre visita di Dio alle sue creature e il suo giudizio ha come criterio di fondo soltanto l’Amore che salva. Perciò il Vangelo ci pone davanti alla serietà della nostra vita e alla necessità di rendere testimonianza all’amore di Dio.

La fine dell’Anno liturgico e la fine della “salita” di Gesù verso Gerusalemme ci portano anche a meditare sulla fine ultima. Già Domenica scorsa abbiamo inteso i sadducei porre a Gesù un interrogativo sulla risurrezione dei morti. Oggi Gesù stesso abbozza un discorso sulla fine dei tempi. Però, il discepolo non deve lasciarsi afferrare dalla paura o vivere nell’angoscia, ma piuttosto utilizzare saggiamente il tempo che gli è donato.

La celebrazione di oggi ci invita a vivere la dimensione “escatologica” della nostra esistenza: questa storia, a cui apparteniamo, ha un senso, una direzione, va verso un compimento. Ecco perché sarà opportuno valorizzare tutti gli elementi che concorrono a mettere in rilievo questo aspetto: le letture, che recano tutte un messaggio di speranza per i tempi di crisi, di prova. La prima in particolare, proprio perché molto breve, potrebbe richiedere una preparazione più accurata. Basteranno, naturalmente, pochi cenni storici per aiutare l’assemblea a cogliere il senso delle parole del profeta e l’effetto prodotto sui suoi connazionali; la Preghiera Eucaristica, che potrebbe essere oggi la prima della Riconciliazione, dal momento che esprime l’attesa «del giorno beato della sua venuta alla fine dei tempi» e della «creazione nuova, finalmente liberata dalla corruzione della morte»; il “Padre nostro” esprime il volgersi del cristiano verso il Regno: oggi l’assemblea potrebbe recitarlo con le mani levate, atteggiamento tipico dell’orante e dell’attesa; l’anamnesi eucaristica collega il passato, il presente e il futuro, facendo emergere il significato del gesto sacramentale: non semplice memoria, ma partecipazione viva all’evento del passato, proiettati verso il compimento. Il canto aiuterà a cogliere l’importanza e la solennità di questo momento; la processione alla Comunione mostra concretamente la nostra identità di popolo peregrinante verso la casa del Padre: per sottolinearlo basterà un breve cenno che dia senso ad un gesto compiuto abitualmente senza tanto pensarci. Tutta la coreografia liturgica di questa Domenica dovrà richiamare ampiamente il tema della speranza e della perseveranza.

Si valorizzi la processione di ingresso con l’uso della croce e dei candelabri: la luce e la speranza del cristiano è la perseveranza del Signore che ha affrontato nella fede la dura prova della persecuzione.

PROPOSTA CANTI

Introito

– Cieli e terra nuova (Rep. Naz. Canti Liturgici)

– Celeste Gerusalemme (Rep. Naz. Canti Liturgici)

– Come figli (Come figli di un unico Padre)

Presentazione dei doni

– Donaci te stesso (La nostra Eucaristia)

– Trasformi in Gesù (E’ il giorno del Signore)

Comunione

– Pane e sangue della vita (Rep. Naz. Canti Liturgici)

– Signore, cerchi i figli tuoi (Nella casa del Padre)

– Oltre la memoria (Nella casa del Padre)

Finale

– Passa questo mondo (Rep. Naz. Canti Liturgici)

– La tua Chiesa (Celebriamo Cristo)

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Tempo di preghiera

La preghiera è un cammino che ci porta verso Dio. E' un percorso impegnativo che, a volte, sembra essere superiore alle nostre forze e capacità. Ma con il Suo aiuto possiamo cercare di intraprendere questo viaggio con il sostegno della Chiesa, coi suoi Sacramenti e con i nostri fratelli. Buona preghiera.

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